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Covid, dalla Regione aiuti per il “terzo settore”

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MILANO – “Quest’anno, in Lombardia, il 48 per cento delle associazioni del terzo settore ha dovuto fermare completamente le proprie attività a causa della pandemia da Coronavirus. Con il bando volontariato 2020 Regione Lombardia ha messo in campo 8,8 milioni di euro per sostenere queste e tutte le realtà impegnate a fornire un sostegno al prossimo. In totale abbiamo sostenuto 158 progetti e 315 iniziative. La Lombardia c’è e sostiene tutti, a partire da chi è più in difficoltà”. Con queste parole l’assessore regionale alle Politiche sociali, abitative e Disabilità, Stefano Bolognini (a sinistra in foto), ha sottolineato gli ottimi risultati dell’iniziativa voluta dalla Giunta, su iniziativa del suo assessorato.

Progetti di qualità per tutto il territorio – Secondo i dati forniti dalla Confederazione Regionale dei centri di servizio per il volontariato (Csv), oltre allo stop totale di quasi la metà delle associazioni lombarde, le realtà del terzo settore registrano nella nostra regione per il 23 per cento attività dimezzate. Il 22 per cento le ha parzialmente ridotte. Solo il 7 per cento del totale ha continuato a operare come prima dell’emergenza. “È anche per rispondere a questa situazione – chiarisce l’assessore – e aiutare le organizzazioni del terzo settore nel loro quotidiano impegno che Regione Lombardia ha stanziato 8.8 milioni di euro. Siamo molto soddisfatti per i risultati ottenuti, soprattutto per la quantità e la qualità dei progetti. Si tratta di iniziative che hanno permesso di coprire tutto il territorio regionale”.

Aiuto alle persone fragili e alle comunità – “Tante associazioni – spiega Stefano Bolognini – hanno dovuto ripensare e ristrutturare la propria attività per rispondere ai bisogni delle persone fragili e delle nostre comunità. Spesso hanno dovuto mettere in campo nuovi paradigmi organizzativi”.  “Con i contributi di Regione Lombardia – aggiunge l’assessore – molte organizzazioni di volontariato hanno potuto così realizzare quegli interventi che l’epidemia di Covid-19 ha reso necessari. Auspico che tante delle esperienze fatte e delle iniziative avviate quest’anno possano essere mutuate e proseguite in futuro. Si tratta, infatti, in molti casi di buone pratiche replicabili su tutto il territorio regionale e, anche, a livello nazionale. Penso a servizi che, solo da quest’anno, si svolgono a distanza o in forma domiciliare, anche per rispettare le norme contro il contagio. Tra questi, da citare, una su tutte, le attività di telefonia sociale”.

25112020

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