MILANO – Grande successo di pubblico nell’Auditorium del Padiglione Italia di Expo ieri sera per lo spettacolo teatrale portato in scena da Michele Placido e Ambra Angiolini, testimonial di Puglia a Expo 2015. “Mistero, Mito e Poesia – Poetica da Saffo a Euripide”: una sceneggiatura scelta dal famoso regista e attore per rendere omaggio agli “Ambasciatori di Puglia”, i Grifoni di Ascoli Satriano, una delle sei opere d’arte scelte per rappresentare nell’Esposizione Universale il patrimonio artistico e culturale dell’Italia davanti agli occhi del mondo intero.
“I Grifoni sono dei capolavori che contraddistinguono la nostra cultura, che è quella della Magna Grecia, culla della civiltà. Quando ero piccolo – ha raccontato Michele Placido – mio padre, che faceva il geometra, ci portava a casa i cocci, i vasi, che rinveniva sui terreni. Non ne abbiamo conservato neppure uno, non ne capivamo l’importanza. Ora questa scultura è considerata uno dei capolavori assoluti della magnificenza dell’arte greca – ha aggiunto il maestro pugliese – ma soprattutto il reperto archeologico più importante ritrovato negli ultimi trent’anni. Questo capolavoro ce lo invidiano tutti. Ora deve diventare punto di riferimento simbolico della rinascita culturale pugliese e non solo, dell’intera Italia. Bisogna investire nella cultura, formare giovani – ha concluso – capaci di accogliere il turismo archeologico ed artistico. La Puglia può diventare un grande polo turistico e culturale, se lavoriamo bene e collaboriamo a questo progetto”.
Il prezioso Trapezophoros “sostegno di mensa”, in marmo dipinto del IV sec a.C., con i due animali mitologici che azzannano una cerva, è stato al centro dello spettacolo teatrale. L’artista ha interpretato alcuni brani tratti dall’opera di Omero, autore dell’Iliade e dell’Odissea, e anche di Saffo, la più grande poetessa di tutti i tempi.
In onore del simbolo della sua terra natia, l’attore ha ripercorso il mito tra storia e leggenda, intriso di paesaggi e liriche di amore, coraggio, amicizia, eroi e divinità. Accanto a lui, Ambra Angiolini ha raccontato la più famosa tragedia greca al femminile, la Medea di Euripide, rendendo contemporanea la figura di una donna ripudiata e vendicativa, barbara e infanticida per amore. “Medea è la scommessa per eccellenza – ha affermato l’attrice – il simbolo del bene e del male, della vita e della morte, ed è un personaggio con cui ogni attrice ha paura di scontrarsi. Medea è tutte noi: Euripide era riuscito a scavare laddove nessuno aveva avuto il coraggio di farlo, nella parte più profonda di una madre che genera e che, come spesso purtroppo leggiamo, toglie, negando la possibilità di vita”.
27082015