Oggi è un giorno triste per gli amanti del cinema, che vedono liquefarsi un altro pezzo importante di libertà espressiva del cinema americano. SONY ha cancellato la prima natalizia di “The Interview”.
Il nuovo film comico di Seth Rogen “The Interview” è un ritratto caustico che mette in ridicolo il regime nordcoreano, che per ripicca (e con l’aiuto ufficioso ma dato per certo della Cina) ha organizzato un attacco hacker contro la SONY, che distribuisce il film.
Negli scorsi giorni sono state diffuse prima alcune copie pirata di film appena usciti nei cinema americani -perfino alcune pellicole programmate per il 2015- poi una lunga serie di email confidenziali che hanno resi pubblici tanti scheletri nell’armadio della major: dalle difficoltà di budget di “007: Spectre” (con tanti dettagli su uno script ancora segretissimo) al tentativo della major americane di attaccare in gruppo Golia, ovvero Google, tacciato di metterne in pericolo la sopravvivenza.
SONY si è dimostrata sin troppo facile da attaccare, piegandosi in poche ore ai tentativi di attacco e rimanendo per giorni “congelata” dal punto di vista digitale, ridotta a utilizzare carta e penna. Ora arriva questa notizia tremenda, che sancisce una prima vittoria cinese in quella che, di fatto, è la prima guerra cibernetica tra nazioni della storia.
Ad uscirne sconfitto è soprattutto il cinema americano, la cui libertà, almeno in campo commerciale, è sempre più compromessa dal bisogno di attingere al ricchissimo mercato cinese. Un mercato così mastodontico che può fare la fortuna di un film magari andati malissimo in patria. Già in passato però interi spezzoni di film sono stati rimaneggiati per tagliare scene “scomode” per la censura cinese.
Ora però è la distribuzione stessa di un film ad essere messa a rischio, per non parlare dei progetti futuri della major americane, che non potranno che essere fortemente influenzati da quanto successo.
Insomma, una vera e propria debacle per il cinema.