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X-Men: Apocalisse – la recensione

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Dalle millenarie sabbie egiziane emerge una nuova verità per i giovani mutanti che tentano di nascondersi o di farci accettare nel mondo diviso dai due blocchi degli anni ’80: un progenitore millenario, interpretato da Oscar Isaac, decide di prendere quattro cavalieri sotto la propria ala e tornare a riportare i mutanti suoi figli ed eredi in cima alla catena alimentare.
I prescelti saranno Psylocke (Olivia Munn), Angelo, Tempesta e ovviamente Magneto
(Michael Fassbender), appena entrato in una nuova crisi esistenziale. Questo non potrà che portare in campo l’amico di vecchia data Charles Xavier (James McAvoy) e le sue nuove, promettenti leve, tra cui spicca una giovane Jean Grey (Sophie Turner).

Pur acquisendo alcuni degli sgradevoli difetti dei cugini di casa Marvel Studios (villain debole e sprecato, pletora di personaggi poco utilizzati, stesso canovaccio narrativo ripetuto più e più volte), Bryan Singer continua ad essere il più autentico interprete dell’estetica e della dimensione comics al cinema. Apocalisse è l’ennesimo blockbuster tecnicamente ineccepibile e davvero divertente da guardare, a cui manca la zampata che lo faccia distinguere dai suoi predecessori.

X-Men: Apocalisse sarà nei cinema italiani a partire dal 18 maggio.

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