SARONNO – Sabato 26 e domenica 27 marzo al teatro Giuditta Pasta andrà in scena “Il Delitto di via dell’Orsina” una divertente commedia degli equivoci, una sorta di inchiesta poliziesca a ritmo di musica con Massimo Apporto e Antonello Fassari.
Una proposta che, dal formidabile cast all’allestimento curato nei dettagli fino al copione carico di suspense con comicità e intrighi, ha tutti i presupposti per conquistare tutto il pubblico saronnese.
Grazie alla collaborazione del teatro Giuditta Pasta ilSaronno è lieto di offrire ai suoi lettori uno sconto con il biglietto a 15 euro. Per ottenere lo sconto è sufficiente inserire il codice sconto “ilSaronno” se si acquista online o comunicando l’adesione alla promozione al botteghino aperto dal mercoledì al sabato dalle 9,30 alle 17,30 e il venerdì dalle 14,30 alle 17,30.
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LA TRAMA
“Un uomo si sveglia e si ritrova uno sconosciuto nel letto, entrambi hanno una gran sete, le mani sporche e le tasche piene di carbone ma non sanno perché, non ricordano niente della notte precedente.
Lentamente tentano di ricostruire quanto accaduto, ma l’unica cosa di cui sono certi è di essere stati entrambi ad una festa di ex allievi del liceo. Di quello che è accaduto quando hanno lasciato il raduno non sanno niente. Da un giornale apprendono che una giovane carbonaia è morta quella notte e tra una serie di malintesi ed equivoci si fa strada la possibilità che i due abbiano commesso quell’efferato omicidio.
Una situazione paradossale, un po’ beckettiana, brillantemente costruita da un gigante della drammaturgia come Eugène Marin Labiche. Non è un caso che questo testo sia stato scelto da registi come Patrice Chereau, che l’ha messo in scena nel 1966 in Francia e da Klaus Michael Grüber in Germania.
IL COMMENTO
Appena l’ho letto, ho pensato che sarebbe stata una grande sfida, un’opportunità per una regia sorprendente. Pensando a questi due personaggi, profondamente diversi l’uno dall’altro – uno ricco, nobile, elegante e l’altro rozzo, volgare, proletario che devono confrontarsi con quello che credono di aver fatto – ho pensato subito a Massimo Dapporto e Antonello Fassari, un’accoppiata con cui non ho mai avuto l’occasione di lavorare – e che non ha mai lavorato assieme – ma che credo perfetta per dare vita a questa storia. Io la vivo come una scommessa, come la possibilità di dare vita ad uno spettacolo leggero e divertente ma allo stesso tempo profondo; una riflessione sull’insensatezza e l’assurdità della vita.” Andrée Ruth Shammah
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