TORSHAVN – Ma che bello lo stadio della Nazionale delle Isole Far Oer: lo abbiamo visitato in un pomeriggio con il tipico clima di queste parti, c’è un bel vento, una pioggerellina fine fine che sembra quella delle docce un centro termale, che tiene svegli.
Al Tórsvøllur ci si arriva, volendo, anche a piedi dal centro e dal porto della piccola, graziosissima capitale delle Far Oer, con una breve passeggiata fra cafè e case tradizionali, si trova proprio alle spalle dell’unico centro commerciale delle isole. Ci si arriva e si trova tutto aperto, qui non ruba niente a nessuno, e così è un piacere nel piacere, porterci girare un po’ attorno, vedere questo piccolo grande stadio da tutte le angolazioni. Cemento e legno, come vuole l’architettura scandinava qui declinata al servizio dello sport. Ordinati seggiolini, tutti coperti. Lo hanno costruito nel 2000 perchè la Nazionale bianca e azzurra iniziava ad affacciarsi nel mondo del calcio che conta. Qui ci giocano, non è un luogo comune, dal barbiere al panettiere, dal poliziotto all’impiegato. Ma fanno le cose seriamente, i praticanti sono tantissimi, gli insegnanti-allenatori preparati e così un Paese con solo 50 mila abitanti sa farsi rispettare, sul campo e c’è una passione che riempie gli impianti, ce n’è uno per villaggio (con il fondo in sintetico) per la locale… serie A – che qui si chiama Formuladeildin – e dove le squadre locali hanno strani nome, dal plurititolato Hb al B36, dal Nsi, al Tb.
Isole Faroe, ma che bello stadio! from ilfuoriporta on Vimeo.
Ma torniamo al “nostro” Tórsvøllur: l’hanno fatto ancora più bello nel 2015 e sono seguiti altri “lavoretti” per aggiungere ancora qualche posto, quando è pienissimo – spesso – sono in 6000, più di un faroese su dieci è allo stadio. Per divertirsi e stare insieme, la parola hooligans è sconosciuta.