BARLASSINA – Anche a Barlasisna è stata nei giorni scorsi celebrata la Festa del’Unità nazionale e delle forze armate. Pubblichiamo integralmente l’intervento preparato dal sindaco Piermario Galli per la ricorrenza.
Carissimi,
ci ritroviamo oggi ancora una volta per celebrare il 4 novembre, Festa dall’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate.
È questa una giornata che, come ho più volte detto, potrebbe rischiare di diventare abitudine o peggio ancora di non significare più nulla per molti, in particolar modo per i più giovani.
Per quelli più avanti negli anni, o anche solo per quelli della mia generazione, pensare che i genitori o i nonni erano già nati nel 1918, anno dell’armistizio che segnò la fine del primo conflitto mondiale, fa sentire la ricorrenza odierna non tanto lontana, anzi sentiamo che ci riguarda. Per tutti quelli che hanno avuto un parente o un conoscente partito per la Grande Guerra, e magari mai più tornato, sembra vicino eccome, quel 4 novembre 1918.
Eppure per i giovanissimi, per i ragazzi e per tanti altri questa Giornata corre il rischio
di apparire davvero gonfia di retorica, vuota di significato, inutile, distante, vecchia. In questo mio ultimo 4 novembre da Sindaco io vorrei davvero che arrivasse soprattutto ai più giovani il senso più profondo di questa ricorrenza, che è un messaggio di unità e di coesione, lo dice il nome stesso: Giornata dell’Unità Nazionale. Un’unità che non è appiattimento, ma valorizzazione delle differenze e delle ricchezze di ciascuno. Una nazione non è un monolite, ma un insieme di volti, di storie, di tradizioni che si riconoscono in alcuni valori basilari comuni, così importanti, così belli, così decisivi, tali da farne una comunità.
Non dobbiamo mai dimenticare il valore di essere comunità; si può divergere su
singole questioni, si può discutere, anche animatamente, ma mai deve venir meno
il rispetto tra persone e delle norme che regolano il vivere civile. Disgregare questo
vuol dire porre le basi per un imbarbarimento e un regredire della nostra società. E non penso a grandi cose, ma a quelle piccole crepe che a lungo andare rischiano di diventare voragini: parlo di chi lavora senza impegno, di chi non riconosce il giusto salario, di chi butta i rifiuti per le strade, di chi danneggia i beni pubblici, di chi parcheggia in modo da impedire il passaggio di un pedone, di chi fa il furbo, di chi sfreccia a gran velocità sprezzante della vita propria e altrui, di chi critica sempre e non contribuisce mai, di chi preferisce il “sentito dire” anziché informarsi correttamente.
Queste cose ci disgregano, ci indeboliscono, minano quel senso di civiltà, di rispetto
reciproco, di impegno, di disponibilità e di costruttività che questa Giornata, da decenni, ci indica come fondamento della nostra Italia.
Non so se ci sono sempre riuscito, ma certamente la tensione ad unire piuttosto che
a dividere, a smorzare tensioni e conflitti, a cercare di far emergere il bello e il positivo, è sempre stata fondamentale per la mia azione politica e mi auguro davvero che il valore dell’unità richiamato da questa Giornata possa non venire mai meno, per l’Italia e per Barlassina.
Non posso poi fare a meno oggi di ricordare che quell’unità e quel rispetto che stiamo richiamando sono fondamentali non solo all’interno di una nazione, ma anche tra nazioni. In un mondo sempre più interconnesso è folle e insensato che i
rapporti tra popoli e nazioni si reggano sulla forza e sul sopruso: quanti conflitti ancora nel mondo! La guerra in Ucraina ancora non vede la fine, in Medio Oriente si è riacceso un terribile conflitto di cui stanno facendo le spese migliaia di civili innocenti, da una parte e dall’altra, e quanti focolai di guerra in Africa.
Mi auguro, noi gente comune ce lo auguriamo, che il sacrosanto orgoglio che una Nazione ha per sé stessa non diventi disprezzo e desiderio di annientarne altre.
Dobbiamo avere la forza e il coraggio di chiedere a chi ci governa di lavorare perché
una nuova stagione di rapporti tra le nazioni fondata sul rispetto, sul diritto, sulla cooperazione venga inaugurata.
Come ebbe a dire anni fa il presidente Pertini in un suo discorso:
NOI TUTTI CREDIAMO E VOGLIAMO CHE NON PIU’ ALLA GUERRA, BENSI’ AGLI STRUMENTI DEL DIRITTO E DEL CONSENSO, SIA AFFIDATO D’ORA INNANZI IL COMUNE DESTINO DEL NOSTRO POPOLO.
Vale per l’Italia e vale a livello internazionale.
Non possiamo poi dimenticare che oggi è anche la Giornata delle Forze Armate.
Vorrei innanzitutto approfittare di questa ricorrenza per ringraziare le Forze Armate
che ho incontrato e con cui ho avuto modo di collaborare in questi anni; ho potuto davvero toccare con mano in questi dieci anni da Sindaco l’abnegazione e la professionalità dei nostri uomini in divisa, di quanto il loro lavoro sia prezioso.
Il loro è un lavoro che nel quotidiano, nel far rispettare le leggi, nel portare aiuto a chi è in difficoltà, contribuisce in modo sostanziale a cementare l’unità.
Ma un pensiero non può non andare in questo periodo alle nostre Forze Armate impegnate nelle missioni all’estero, in particolare al contingente impegnato nel sud del Libano. In questo frangente la loro presenza non è certamente semplice, ma proprio per questo decisamente importante, chiamate a preservare una pace sempre più appesa ad un filo.
A loro, che portano nel mondo il volto della nostra Italia bella e generosa, va tutta la
nostra riconoscenza.
W l’Italia unita!
W le nostre Forze Armate!
11112023