MISINTO – Anche a Misinto come in tutti i paesi della zona, ieri le celebrazioni della Festa della liberazione. Questo il discorso pronunciato dal sindaco, Matteo Piuri.
Buongiorno a tutti. Concittadine, concittadini, autorità militari, civili e religiose benvenuti. Quest’anno il 25 aprile cade di martedì. E’ evidentemente una scelta rinunciare al weekend lungo o alla gita fuori porta per essere presenti oggi alla celebrazione del 78° anniversario della Liberazione.
Quando ho scritto questo discorso non sapevo esattamente quante persone sarebbero state presenti oggi, proprio per le ragioni dette poc’anzi. Non sapevo soprattutto quanti e quali rappresentanti delle nostre scuole sarebbero stati presenti. Pochi o tanti che siete, grazie. Grazie da parte mia e di tutto il consiglio comunale. Il 25 aprile come ogni anno ricorre la Festa della Liberazione della Repubblica Italiana, una festa fortemente simbolica perché ci ricorda la fine dell’occupazione nazifascista e la nascita della Repubblica democratica. Un giorno in cui proviamo tutti insieme a ricordare cosa ha rappresentato la Liberazione, qual è il significato delle parole pace, democrazia, diritto e uguaglianza. Negli ultimi anni, prima a causa della pandemia poi per l’invasione dell’Ucraina, il concetto che forse maggiormente abbiamo ripreso e sviscerato è quello di resistenza. Una parola che ci riporta con la mente agli anni che portarono alla liberazione dell’Italia. Sono consapevole che il paragone è ardito e il parallelismo tra la resistenza italiana e la resistenza ucraina o quanto fatto da tutti noi durante la pandemia, ma sicuramente ci sono analogie anche se ogni atto e figlio del proprio tempo. Resistere a un esercito invasore che provoca massacri, che bombarda civili inermi, credo sia giusto e legittimo. La resistenza davanti alle atrocità della guerra è sempre giusta e sempre legittima. La dignità delle persone è un concetto che sempre deve essere protetto e garantito. La storia ci insegna che spesso non è stato così. Sento spesso dire dov’è Dio quando accadono queste tragedie. Io preferisco domandarmi dove sia l’essere umano quando accadono queste tragedie.
Sento spesso dire che la storia si ripete. Mi viene da dire che purtroppo sempre quella connotata da pagine negative. Ricordare per far sì che la storia non si ripeta. Questo dovrebbe sempre essere l’obiettivo comune. Quella storia che, studiata, dovrebbe avere il compito di ostacolare l’inevitabile indebolimento dei ricordi. Siamo spesso abili a trasformare in virtù l’interesse materiale, proviamo ad essere altrettanto abili a considerare virtù il senso del sacrificio, il concetto di bene comune. Questa è la strada per impedire che la memoria vada persa. Rinnovare i sentimenti positivi che hanno guidato i protagonisti della Liberazione siano anche per noi un faro da seguire. Il più grande insegnamento che dovrebbe darci una giornata come il 25 aprile è quello di voler vivere la nostra comunità, piccola o grande che sia, come soggetti attivi, dinamici e interessati.
Cosa sarebbe successo, se quasi 80 anni fa, tutti si fossero voltati dall’altra parte? Gli uomini e le donne protagoniste della liberazione, vissero il senso di comunità e hanno contribuito alla crescita morale dell’Italia. Una delle mie frasi preferite è “la parola conduce, l’esempio trascina”. Questo è il compito che abbiamo noi che rappresentiamo le istituzioni questo è il compito che tutti dovrebbero, secondo me, avere. Essere di esempio per rispetto di ciò che rappresentiamo e per senso di responsabilità verso i bambini e i ragazzi delle nostre scuole. Come sono stati di esempio quelle donne e quegli uomini, oggi cerchiamo di esserlo noi. Quando mi sono candidato alla carica di Sindaco, mi è stato chiesto cosa avrei voluto lasciare alla fine del mio mandato. Ho sempre risposto che mi sarei accontentato di lasciare un paese migliore di come l’avevo trovato. Questa non vuole essere una critica per chi negli anni mi ha preceduto ma semplicemente credo debba essere l’obiettivo di chiunque abbia un incarico pubblico. Mi auguro che anche chi verrà dopo di me avrà questo obiettivo e faccia sempre meglio. Come sempre, concludo rivolgendo un saluto particolare alle associazioni civili e militari, agli uomini della Stazione Carabinieri di Lentate sul Seveso e alla Polizia Locale, agli alunni delle nostre scuole e ai loro insegnanti. Grazie a Don Raffaele per la tua presenza. Grazie a tutto il consiglio comunale e a voi tutti che avete scelto di essere qui oggi per rendere onore ai chi ha dato la vita per la nostra nazione. Arrivederci all’anno prossimo!
Viva la libertà e buon 25 aprile a tutti.
Il vostro sindaco
Matteo Piuri
26042023