VARESE – L’assemblea ordinaria dei soci di Confapi Varese, l’intervento dell’europarlamentare Lara Comi che ha spiegato l’importanza dei bandi europei per attrarre risorse da investire in progetti per le imprese e una cena solidale a favore dell’associazione Il Ponte del Sorriso Onlus alla quale, ha partecipato anche il presidente Nazionale di Confapi Maurizio Casasco.
Questi i momenti che hanno caratterizzato la serata organizzata da Confapi Varese ieri sera a Villa Porro Pirelli di Induno Olona. L’appuntamento è stato anche l’occasione per un confronto tra gli imprenditori associati e il Presidente Maurizio Casasco, che ha tracciato un quadro certamente non confortante rispetto al periodo economico che sta attraversando il Paese e il mondo dell’impresa. «Il problema dell’iva certamente, ma anche quello legato ai cantieri che non partono e quindi alle infrastrutture. Sono tutte questioni concrete che preoccupano noi e i nostri imprenditori – ha detto Casasco – ma il nodo più complicato da sciogliere è quello di mettere in campo provvedimenti in grado di creare le condizioni per potere tornare a lavorare e quindi creare occupazioni e di nuovo crescita economica.
Gli indicatori sono oggi molto preoccupanti e segnano l’avvicinarsi di una nuova crisi, che sarà molto dura, poiché non saremo in grado di affrontarla». Casasco ha messo sul tavolo le ragioni di questa diffusa preoccupazione: «Il timore è che i provvedimenti governativi di cui si parla tanto, non porteranno sviluppo: reddito di cittadinanza e quota cento drenano risorse che invece sarebbe necessarie per le politiche del lavoro e per le imprese. Invece gli imprenditori, ovvero coloro che davvero potrebbero creare occupazioni e ricchezza, si trovano a dover superare, senza il supporto della politica, ostacoli che, in momenti complessi come questo, diventano sempre più difficili da superare». E alla domanda su come cercare di invertire la rotta Casasco è chiaro: «Prima di tutto resistere e far leva su quanto l’impresa italiana ha sempre dimostrato di saper fare bene e meglio di molti, ovvero essere innovativi e mettere in campo idee. Fare solo questo e farlo da soli non basta, per questo stiamo cercando di lavorare anche con le altre associazioni di categoria sia quelle imprenditoriali che sindacali.
Con l’obiettivo di far passare un messaggio condiviso, chiaro e forte: se davvero si vogliono affrontare e risolvere le difficoltà non si possono “trascurare” gli unici che sono in grado di invertire la rotta: gli imprenditori. Soprattutto quelli delle piccole e medie realtà, che sono la struttura dell’economia del Paese». E se Casasco ha portato nella discussione una vision nazionale su quanto sta accadendo, Marco Tenaglia, presidente di Confapi Varese ha declinato i concetti al centro del dibattito sulla realtà della provincia di Varese. Partendo proprio da due necessità: «Da un lato quella di migliorare anche qui da noi le infrastrutture e dall’altro di recuperare il patrimonio immobiliare che con la crisi si è deteriorato impoverendo di fatto il tessuto sociale dell’intera provincia».
Sulla necessità di potenziare infrastrutture e collegamenti Tenaglia porta l’esempio del collegamento ferroviario tra Varese e Milano: «Sono passati più di vent’anni, ma i tempi di percorrenza dei treni dalla città alla metropoli sono rimasti pressoché invariati. Con in più tutta una serie di problemi che quotidianamente chi utilizza il treno deve subire. Non è possibile che per andare da Varese a Milano si debba impiegare lo stesso tempo che occorre per raggiungere, ad esempio, il capoluogo di Regione da Torino. Come non è possibile che ancor oggi l’autostrada Milano Laghi termini con un “imbuto” stradale e un semaforo». Sul deterioramento del patrimonio immobiliare invece il presidente di Confapi Varese ha spiegato che «è strettamente legato allo sviluppo economico di un territorio, in quanto rappresenta una leva importante per attrarre persone, investitori e quindi portare ricchezza. A tal proposito occorre puntare sul recupero e sul rilancio anche di questo comparto».