VEDANO OLONA – Lo scorso fine settimana a Vedano Olona la commemorazione della figura di don Giovanni Minzoni.
Ecco l’intervento del sindaco vedanese.
Siamo riconoscenti ad Anppia di aver scelto proprio Vedano Olona per celebrare nella nostra provincia questa significativa ricorrenza, seguendo un percorso di intitolazioni e di attenzione alla toponomastica iniziato in questo comune anni addietro. Già in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile di quest’anno avevo avuto l’opportunità di accennare alla figura di questo parroco barbaramente assassinato da squadristi fascisti per aver fatto da argine, fino a quel momento, in difesa della democrazia nel suo comune, Argenta, in provincia di Ferrara. Rinnoviamo così l’eloquente scelta che fecero gli amministratori di Vedano tanti anni fa nel dedicargli una via, fatto non proprio frequente nel nostro circondario. Siamo comunque molto contenti che chi aveva nello stradario questo odonimo, si sia attivato in questi giorni per ricordare il significativo esempio di quest’uomo che ha dato la vita per difendere i valori democratici, innanzitutto il pluralismo del pensiero, e tutto ciò che fece per promuovere le iniziative di socializzazione per i giovani con lo scoutismo, rifiutando “energicamente l’istituzione dell’Opera Nazionale Balilla ad Argenta”. Speriamo veramente sia l’inizio della riscoperta dell’interesse per la Storia e la storiografia, materie che ci possono insegnare ancora tanto, partendo magari proprio dalla via di fronte a casa. Spesso le reminiscenze scolastiche non aiutano con un programma di storia contemporanea che purtroppo per esigenze didattiche viene soventemente compresso.
Oggi tra l’altro daremo l’avvio a un piccolo esperimento: apporremo ai due pali che sorreggono le insegne di Don Giovanni Minzoni un QR Code con il rimando alla pagina che riporta la biografia del martire. Nella speranza che le nuove tecnologie siano utili per avvicinare qualche persona in più alle figure che hanno reso grande il nostro Paese.
Invitiamo pertanto tutti, ma in particolare i più giovani, a incuriosirsi e informarsi sui nomi delle vie e delle piazze che frequentano e delle scelte che sono state fatte a suo tempo e che dicono tanto dell’interazione tra la storia nazionale e quella locale, tra chi è venuto prima di noi e il futuro incerto che ci aspetta.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha reso omaggio alla memoria di don Minzoni recando una corona di fiori sulla sua tomba nel Duomo di Argenta, una figura che insieme a Giacomo Matteotti e don Morosini è stata un faro nella sua formazione.
Prendo in prestito le parole di un articolo apparso sul Corriere della Sera qualche giorno fa per ricordare i tragici avvenimenti di quel tempo:
“Natale Gaiba è il nome, oggi dimenticato, d’un bracciante, assessore nella giunta socialista di Argenta del 1921. I fascisti da Ferrara venuti il 16 aprile per «dare una lezione» al paesone, trascinano in piazza il sindaco socialista e membri del consiglio comunale e li costringono a suon di botte a rinunciare alla carica. Tutti tranne uno, Gaiba, appunto: sfugge alla cattura ma le camicie nere lo trovano, il 7 maggio.
Lo pestano a sangue davanti alla madre e lo finiscono con due colpi di pistola. Il funerale del socialista Gaiba lo celebra l’arciprete di Argenta, don Giovanni Minzoni. E anziché limitarsi a qualche frase neutra, bolla con parole di fuoco quel delitto: fascista.
È la messa in pratica di un proposito già enunciato da don Giovanni in una lettera: «Per me non vi è che una soluzione; passare il Rubicone e quello che succederà sarà sempre meglio che la vita stupida e servile che ci si vuole imporre». Anche Minzoni forse lo sa. Ma noi sappiamo che la sua morte inizia lì. Perché in quella difesa cattolica di un socialista c’è la prova provata che nulla di quel che accadrà l’anno dopo, nel 1922 fatale al Paese, era ineluttabile”.
I successivi episodi ce li ha ricordati ieri il Cardinale Matteo Zuppi nell’omelia in occasione della Santa Messa per il Centenario del martirio: “Scrisse una fermissima lettera dopo che i fascisti avevano impedito una processione degli scout verso il santuario della Celletta, nella quale indicò i veri nemici della Chiesa ‘nei paladini dell’ordine, nei moralisti della disciplina che ostentandosi combattono l’opera dei parroci o meglio del Papa’”. Infine “il 9 agosto, pochi giorni prima quindi dell’assassinio, ebbe una discussione pubblica con il gerarca Balbo che aveva minacciato dure sanzioni se non si fosse sciolta l’associazione scoutistica perché questo era l’ordine del Duce. Minzoni rispose che prendeva ordini solo dal Papa e che i suoi ragazzi sarebbero rimasti uniti in nome di Dio per il loro e unico vero bene che non era quello di imparare a usare i fucili”.
Una scelta di campo netta quella dell’arciprete di Argenta, consapevole dei rischi e delle conseguenze, che lo pone tra le figure più fulgide della nostra storia repubblicana.
Sempre il Cardinale Zuppi nell’omelia ci dà anche una chiara definizione del fascismo: “Don Minzoni è stato ucciso dalla violenza fascista e dalle complicità pavide di chi non la contrastò. Fascismo, che assume colori diversi, sistemi e burocrazie di ogni totalitarismo e diversi apparati, significa il disprezzo dell’altro e del diverso, l’intolleranza, il pregiudizio che annienta il nemico, il razzismo raffinato o rozzo che sia, la violenza fisica che inizia sempre in quella verbale e nell’incapacità a dialogare con chi la pensa diversamente. Minzoni lo affrontò senza compromessi, opportunismi, convenienze. Per questo era e rimane una sentinella del mattino che nella notte continua a farci credere nella luce”.
Concludo il mio intervento ringraziando innanzitutto il nostro Parroco Don Daniele per essersi unito alla cerimonia nonostante tutti gli impegni e quindi ad ANPPIA e ANPI che lavorano incessantemente per difendere la democrazia e i valori costituzionali, con un forte radicamento sul territorio e rinnovando di volta in volta il loro impegno.
Grazie di cuore infine a tutti voi per essere intervenuti oggi condividendo la testimonianza che don Minzoni ci ha lasciato.
Cristiano Citterio
Sindaco di Vedano Olona
29082023