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Covid-19, colpe della Cina nella diffusione del virus. Approvata mozione Lega in consiglio regionale

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MILANO – La Lombardia chiede conto al Governo di Pechino per le responsabilità cinesi nella diffusione del virus. E’ quanto contenuto nella mozione, presentata dalla Lega e approvata oggi dal consiglio regionale, che “impegna il presidente e la Giunta regionale ad attivarsi con il Governo italiano e l’Unione europea al fine di intraprendere una procedura volta al riconoscimento delle responsabilità del governo cinese nella mancata e tempestiva comunicazione circa quanto conosciuto relativamente al Covid-19”.

In merito sono intervenuti nell’aula del Pirellone il capogruppo del Carroccio Roberto Anelli e il consigliere regionale della Lega, Alessandro Corbetta (foto). “E’ ormai accertato – affermano Anelli e Corbetta – come la Cina abbia tenuto nascosto al mondo per settimane la presenza della malattia sul proprio territorio. In questo modo si sono avuti ritardi gravissimi, e dalle conseguenze irreparabili, nell’adozione delle misure necessarie da parte di tutta la comunità internazionale”. “Questo è decisamente uno dei fattori decisivi, ma non l’unico, che pone in capo al governo cinese la responsabilità della diffusione dell’epidemia Covid-19. E noi lombardi, che abbiamo pagato un altissimo prezzo in termini di vite umane e ora stiamo subendo immensi danni economici e sociali, non possiamo non chiedere conto di questa loro responsabilità. Nonostante il vizio di buttare tutto in bagarre politica, tipico malcostume italiano, non dobbiamo dimenticare che l’emergenza che stiamo vivendo è internazionale e non ha avuto certo origine né in Lombardia né tanto meno nel resto del nostro Paese. Sia chiaro, sul nostro territorio abbiamo importanti comunità di cinesi: gente umile e discreta, instancabili lavoratori, persone che stimiamo e che contribuiscono a far grande la Lombardia. Questa mozione non è rivolta a loro, non è rivolta al popolo cinese, ma sicuramente è rivolta al governo cinese. Una dittatura comunista, in cui non vi è libertà di stampa, non avvengono democratiche elezioni, si perseguitano gli oppositori politici, dal Tibet alla città di Hong Kong”.

10062020

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