Home News In the box Dedalo e Icaro al teatro di Saronno: il labirinto dell’autismo nella drammaturgia

Dedalo e Icaro al teatro di Saronno: il labirinto dell’autismo nella drammaturgia

0
[wp_bannerize group="lungo central" random="1" limit="1"]

SARONNO – Giovedì 30 marzo alle 21 al teatro Giuditta Pasta di via I maggio a Saronno andrà in scena “Dedalo e Icaro”, uno spettacolo prodotto da Eco di Fondo e da Teatro Elfo Puccini con la drammaturgia del premio Ubu Tindaro Granata e la regia di Giacomo Ferraù e Francesco Frongia. In scena Giacomo Ferraù, Giulia Viana, Libero Stelluti e Vincenzo Giordano.

Grazie alla forza simbolica propria del teatro ed al suo linguaggio evocativo e portatore di emozioni, famiglie, professionisti ed istituzioni assisteranno un’opera teatrale che descrive la condizione della famiglia autistica con realismo e forza per immaginare insieme strade che possano portare tutti gli Icaro a volare con le loro ali. Il mito greco è noto a tutti: Icaro, da quando ha memoria, vive nel labirinto di Cnosso, costruito dal padre Dedalo, in cui si aggira un’oscura creatura metà uomo-metà animale, il Minotauro. Il padre, per amore del figlio, raccoglie negli anni delle piume per comporre lunghe ali per poter uscire dal labirinto e le assembla con la cera. Un giorno Dedalo e Icaro spiccano il volo fuori dal labirinto. Il padre raccomanda al figlio di non avvicinarsi troppo al sole, ma Icaro non lo ascolta: la cera che tiene le ali unite al corpo si scioglie e il ragazzo precipita nel mare. Nella rilettura di Dedalo e Icaro del mito greco, il labirinto nel quale si trova a vivere Icaro ha un nome: autismo. E qui il labirinto è la solitudine del mondo in cui è chiuso Icaro e le ali costruite dal padre non sono fatte di piume e di cera, ma solo di amore. Vincenzo e Giulia hanno due figli: Libero e Giacomo. Giacomo vive in un mondo immaginario, separato da quello reale: è un corpo in movimento sulla scena che esprime la sua diversità. Si muove; spesso si agita con gesti e suoni disarticolati che rendono difficile la comunicazione dei propri bisogni a chi lo circonda. E se la sofferenza di Giacomo appare nascosta negli angoli più profondi della sua anima, quella dei genitori e della famiglia è percepibile e tangibile nelle difficoltà del quotidiano, nelle speranze infrante. Come se l’incomunicabilità appartenesse a ciascuno di loro. Come se Icaro fosse ognuno di loro.

La drammaturgia di Tindaro Granata – arricchita da una regia “pulita”, dagli attenti movimenti scenici di Riccardo Olivier di Fattoria Vittadini e dalla bravura di tutti gli attori – affronta un tema complesso, con delicatezza. Le luci soffuse per tutta la durata della pièce ci portano gli spettatori in un luogo misterioso, lasciandoli spaesati ma attenti di fronte al “labirinto” dell’autismo da cui Giacomo non riesce a uscire.

Note di drammaturgia – Tindaro Granata

Dedalo e Icaro. Padre e Figlio.

La storia del mito racconta di un padre che costruisce un paio d’ali per liberare sé e suo figlio da un labirinto che li tiene imprigionati.

Nel nostro Dedalo e Icaro ci sono un padre e un figlio, come nel mito, a per questo padre ( che da noi si chiama Vincenzo) il labirinto nel quale si perde quotidianamente è suo figlio ( che da noi si chiama Giacomo).

Nella nostra storia Dedalo/Vincenzo siamo noi, il nostro ottuso desiderio di risolvere ogni cosa, la nostra necessità di far quadrare i conti, la nostra rinuncia a credere all’impossibile, il nostro ozio alla vita che corre, il nostro orgoglio ferito dalla natura, il nostro fegato marcio e le nostre bestemmie per ciò che non torna.

Ma è anche il nostro coraggio felice, è la nostra forza di continuare a sorridere, è un’attitudine alla vita che abbiamo tutti.

Il nostro Icaro/Giacomo è la diversità che ci imbarazza, è la parola che scompagna le nostre carte. È la storia irrisolta che ci innervosisce, è la finestra che sbatte col vento, è quel sorriso di fronte ad uno sbaglio, è quel grazie detto sottovoce, è una lampadina fulminata, è un tuono e un lampo, scompagnati, fanno paura.

È rassegnazione. È una gioia vista a rovescio, è labirinto e noi lì dentro, una specie di ciechi.

È la nostra incapacità ad accettare un Mistero, è Mistero! Ma viene voglia di gridare: “ma grazie al cielo! Icaro/Giacomo, grazie al cielo!”

Crediti:

drammaturgia di Tindaro Granata

con Giacomo Ferraù, Giulia Viana, Libero Stelluti, Enzo Curcurù

regia di Giacomo Ferraù e Francesco Frongia

scenografia Stefano Zullo

movimenti scenici Riccardo Olivier di Fattoria Vittadini

una produzione Teatro dell’Elfo e Eco di Fondo

Teatro Giuditta Pasta

Via I Maggio, Saronno

Spettacolo:

giovedì 30 marzo 2023 alle 21.

Biglietti:

intero 21 euro

ridotto over 70 17 euro

ridotto under 26 13 euro

ridotto gruppi organizzati 13 euro

Orari di apertura:

Mercoledì e sabato dalle 9.30 alle 12.30

Venerdì dalle 14.30 alle 17.30.

28032023

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome