MILANO – “La questione del contratto collettivo da applicare alla sanità privata non può che essere quello pubblico. Non c’è nemmeno discussione. Se si accetta il principio per cui sanità pubblica e privata competono ad armi pari nel ‘quasi mercato’ sanitario lombardo è evidente che le pari condizioni devono sussistere anche sulle modalità di espletamento del servizio. Se i contratti collettivi applicati sono differenti è evidente che la parte privata ha un vantaggio competitivo. E si violano le regole del marcato e della parità di condizioni pubblico e privato per l’accreditamento e contrattualizzazione”, così Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia alla luce dell’audizione dei lavoratori del San Raffaele in Commissione regionale Sanità.
“Se poi come dice la parte datoriale si è armonizzato il contratto collettivo privato equiparato al pubblico, non si capisce cosa osti ad una piena applicazione del contratto collettivo della sanità pubblica a tutti gli enti contrattualizzati pubblico e privati. Non ha nemmeno senso, a fronte di budget che sono costanti visto i trasferimenti garantiti dal sistema pubblico, che ci sia una così elevata precarietà nel settore della sanità privata. Anche qui si tratta di un ingiustificato vantaggio che viene dato al privato e che riduce sensibilmente la qualità delle prestazioni rese. Nei prossimi giorni provvederò a depositare una dettagliata risoluzione sul sistema degli accreditamenti della sanità regionale nella quale è inserita la proposta di subordinare l’accreditamento al contratto unico per i lavoratori del pubblico e del privato”, conclude Fumagalli.
08082020