VARESE – C’è anche la capra “Verzaschese”, introdotta negli Anni Settanta del secolo scorso dalla vicina Svizzera, tra le 14 razze lombarde a rischio estinzione: oggi è oggi diffusa nelle province di Varese e Como, è considerata rustica e sobria ed contraddistinta dal caratteristico mantello nero. “Il suo futuro è affidato al lavoro e all’impegno quotidiano degli allevatori che operano sulle montagne prealpine e del settentrione lombardo” sottolinea Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, in occasione della giornata di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali.
Quello dell’allevatore è quindi un ruolo sempre più importante, soprattutto se si considera che, negli ultimi dieci anni in Lombardia la progressiva diminuzione delle stalle ha portato alla scomparsa di quasi 700 mila tra mucche, maiali, pecore e capre. In particolare dal 2008 la “fattoria lombarda” ha perso solo tra gli animali più grandi, circa 10 mila tra mucche e bufale, oltre 680 mila maiali, più di 8 mila tra pecore e capre.
Nonostante ciò, la nostra regione può contare su un patrimonio zootecnico con oltre 4 milioni di suini 1,5 milioni di bovini e oltre 200 mila ovicaprini.
Con la diminuzione dei capi allevati – spiega Coldiretti Varese – è quindi a rischio la biodiversità delle stalle nella nostra regione, dove sono minacciate di estinzione 14 razze: 6 di bovini, 3 di ovini e 5 di caprini. Un patrimonio composto da veri e propri tesori della natura e della storia. Oltre alla Verzaschese, il pericolo di scomparire riguarda anche la capra Di Livo, diffusa nella vicina provincia di Como, la “Orobica” dalle corna imponenti e il cui latte è utilizzato per la realizzazione del Bitto Storico, la capra Frontalasca che prende il nome dal paese dell’alta Valtellina di cui è originaria e la “Bionda dell’Adamello”. A queste si aggiungono le pecore: da quella di Corteno diffusa nella Comunità Montana di Valle Camonica, alla Ciuta che per un periodo si è creduta estinta, fino alla pecora Brianzola. Tra i bovini lombardi a rischio ci sono invece la Varzese, unica razza bovina autoctona della nostra regione diffusasi probabilmente dopo l’arrivo dei Longobardi, e la Cabannina, dalla caratteristica riga color crema sul dorso, la Bianca di Val Padana il cui latte è utilizzato per produrre il Parmigiano Reggiano, la Rendena razza longeva per eccellenza, la Bruna Linea Carne discendente da animali diffusi in Svizzera, Austria e Baviera, e la Grigio Alpina che può arrivare a pesare fino 650 chili.
“Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – conclude Fiori – vanno tutelati e protetti anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. Quando una stalla chiude, infatti, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a preservare il territorio”.