VARESE – Heart, rivista dedicata alla cardiologia del colosso mondiale della informazione sanitaria Bmj ha pubblicato un articolo del professor Marco Ferrario, docente dell’Università degli Studi dell’Insubria dal titolo:”Aspirin use in women for primary prevention”, sullo stato dell’arte dell’utilizzo preventivo dell’aspirina nelle donne sane e sulle ulteriori prospettive di ricerca internazionali.
L’editoriale del professor Ferrario valuta le conclusioni di uno studio di un gruppo di ricerca americano (Women Health Study, realizzato dalla Harvard Medical School di Boston, Usa) pubblicato contestualmente da Heart sull’uso della Aspirina a basse dosi nella prevenzione primaria nelle donne.
“L’uso dell’aspirina nelle prevenzione secondaria, ossia in donne e uomini che hanno già manifestato problemi coronarici, è ormai consolidato – spiega Ferrario – quello che il gruppo di studiosi americani ha approfondito è se l’uso dell’aspirina nella donna in salute potesse avere una valenza di prevenzione nelle malattie cardiocircolatorie. Lo studio ha evidenziato tre effetti: due benefici, ossia la prevenzione delle malattie cardiocircolatorie e dei tumori gastrointestinali e del colon retto, e uno sfavorevole relativo alle emorragie gravi”.
Soppesando i risultati dello studio e prendendo in considerazione anche le evidenze scientifiche precedenti è possibile sostenere che non esistono indicazioni sufficienti per la somministrazione dell’aspirina per la prevenzione primaria nelle donne: esiste solo qualche effetto favorevole soprattutto per le donne sopra i 65 anni d’età e sottolineo l’importanza di ulteriori ricerche che valutino approfonditamente il rapporto tra benefici ed effetti collaterali.
Nell’editoriale il professor Ferrario ricapitola le evidenze scientifiche su benefici ed effetti collaterali accumulatesi nell’ultimo decennio, chiarifica il rilevante contributo del nuovo studio ed indica la necessità di ulteriori studi. Precisa Giovanni Veronesi, biostatistico del Centro Ricerche Epimed del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università degli Studi dell’Insubria e coautore dell’editoriale “sarebbe auspicabile che studi futuri possano valutare eventuale maggior beneficio dell’aspirina in donne sane ma ad alto rischio cardiovascolare o con sindrome metabolica. Un nostro recente lavoro pubblicato sulla rivista Atherosclerosis ha indicato che nei soggetti con sindrome metabolica l’effetto protettivo di colesterolo Hdl e di Apolipoproteine A1 tende a scomparire”. Per rendere queste informazioni maggiormente fruibili dai medici e migliorare così la salute delle donne, il Gruppo Bmj ha realizzato un intervista con Ferrario che sarà a breve disponibile nella sezione “Podcasts” della home page del giornale Heart.
20122014