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Credito di filiera, a Varese fa centro e raddoppia

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VARESE – La scommessa è stata vinta e dunque la posta viene raddoppiata. Il successo in questione è quello relativo alle fiches che il sistema produttivo varesino ha posto sul tavolo verde del credito di filiera: 10 milioni di euro messi a disposizione di questa nuova logica di finanziamento alle imprese da un accordo firmato un anno fa (fine ottobre 2014) dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e dal Gruppo Banco Popolare.

univa

L’intesa ha dato vita ad un meccanismo attraverso il quale una decina di imprese, denominate “Champions”, hanno potuto trainare i propri fornitori verso finanziamenti a condizioni agevolate e cioè in linea con quelle a loro concesse grazie al fatto di essere a monte di una supply chain. Queste imprese “Champions”, infatti, sono realtà che vantano un merito di credito eccellente presso il sistema bancario. Da qui l’idea: dare a queste “Champions” del credito la possibilità di “prestare” il loro rating, a costo zero, con una semplice segnalazione al Banco Popolare, a quei fornitori ritenuti strategici e che hanno interesse ad accompagnare verso un migliore rapporto banca/impresa.

Un meccanismo che ha funzionato. In questi 12 mesi il plafond di 10 milioni di euro messo in campo dall’accordo tra l’Unione Industriali e il Gruppo Banco Popolare ha reso possibile il finanziamento di 58 imprese del territorio, per una valore medio delle operazioni, dunque, superiore ai 170 mila euro. A beneficiarne sono state 49 piccole e medie imprese (realtà aziendali con un fatturato che va dagli 850mila ai 4,350 milioni di euro), 4 imprese definite dalla banca “piccoli operatori economici” (con un fatturato al di sotto dei 100mila euro) e 5 imprese MID (medie imprese con fatturato tra i 6,1 e i 12,1 milioni di euro).

Le risorse sono state impiegate dalle imprese sottoforma di fidi di natura finanziaria (come ad esempio i prestiti chirografari) nel 22% dei casi e nel 72% delle richieste come fidi di natura commerciale (anticipi su crediti, anticipi impor/export). Il rimanente 6% è stato destinato a emissioni di garanzie (fidejussioni). Grazie agli ottimi risultati ottenuti dall’iniziativa, Unione Industriali varesina e Gruppo Banco Popolare hanno rinnovato l’accordo, mettendo a disposizione del sistema produttivo locale altri 10 milioni di euro a sostegno del credito di filiera. Risorse il cui collocamento seguirà lo stesso principio dei 12 mesi precedenti e che vede come perno le imprese cosiddette “Champions”, con la propria rete di subfornitura.

“Anche sul fronte del sostegno finanziario alle imprese – commenta il Presidente dell’Unione Industriali, Riccardo Comerio – conviene sempre di meno ragionare per settori, mentre è sempre più utile impostare politiche che rispondano più a logiche di filiera. Il successo di questa iniziativa, che abbiamo portato avanti insieme al Gruppo Banco Popolare, ne è la dimostrazione pratica. È questo un modo d’altronde di tener vivo e competitivo un modello, quello del distretto industriale, che si sta evolvendo in cluster. Non distretti produttivi fatti da imprese tutte di uno stesso comparto, ma realtà di settori anche diversi, ma trasversalmente coinvolti nella realizzazione di determinati prodotti e in specifiche catene produttive. Un modello che sempre di più si basa sulla capacità di chi sta a monte della filiera di trainare tutta la propria rete di subfornitura, anche dal punto di vista dell’accesso al credito, oltre che nei campi dell’innovazione e della ricerca”.

“L’idea di applicare al credito la struttura di filiera costituisce un’importante innovazione – spiega Domenico De Angelis, condirettore generale del Banco Popolare – e i risultati ottenuti con l’accordo sottoscritto lo scorso anno con UNIVA confermano la bontà del progetto. E’ stata quindi una conseguenza naturale rinnovare un’intesa che permette alle imprese di ampliare i canali di accesso al credito. È infatti grazie alla scelta di tanti imprenditori, tesa a condividere l’altissimo grado di affidabilità delle loro aziende con le imprese fornitrici – prosegue De Angelis – che è possibile impostare nuovi e più ampi rapporti creditizi e mettere in circolo la liquidità di cui le imprese hanno bisogno per lavorare al meglio”.

24112015

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