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La Comune – la recensione

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Erick (Ulrich Thomsen) è un architetto che si ritrova ad ereditare dal rapporto burrascoso col padre un enorme casa che non può mantenere. La moglie Anna (Trine Dyrholm), conduttrice del tg nazionale, riesce a farlo desistere dal proposito di vedere l’immobile appena al di fuori di Copenaghen e lo trascina nella costruzione di una comune con una decina di membri, tra cui anche la figlia adolescente della coppia. Sara proprio il più conformista e borghese Erick a mettere in crisi la casa e la vita condivisa del gruppo, quando chiederà a un nuovo membro di entrare a farne parte.

Più che un’amarcord dolce amara sull’idealismo degli anni ’70, La Comune sembra votato a rintracciare i germi dell’individualismo sfrenato contemporaneo. Infatti dalle cene comuni e dalle riunioni del collettivo sembra mancare proprio l’autenticità della condivisione, la comunanza dell’esperienza. Il film s’infiamma solo quando si affida a Trine Dyrholm, spaesata dalla consapevolezza che il refrattario marito finisca per usare quest’esperienza come sotterfugio per perseguire con egoismo la propria felicità.

La comune sarà nei cinema italiani a partire dal 31 marzo 2016.

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