MILANO – “L’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”. Il Vangelo di Giovanni accanto alla Fontana Zsolnay accoglie il visitatore all’entrata del Padiglione dell’Ungheria.
Il cosiddetto “giardino della vita” è stato scelto come luogo simbolo dai ministri dello Sviluppo Zoltán Balog e dell’Agricoltura Sándor Fazekas, per le celebrazioni del padiglione magiaro. Balog ha ricordato la costante presenza ungherese alle recenti Esposizioni Universali, sempre con qualche trovata architettonica: “Della struttura originale di Siviglia si parla ancora e pure questa a Milano, dedicata all’acqua, tutta di legno ma a forma di batteria è significativa”.
Fazekas ha invece definito l’Ungheria come il Paese dell’acqua: “Elemento essenziale per il futuro. Come lo è l’alimentazione sana. L’Ungheria cura il cibo per la propria popolazione e lo produce anche per altri paesi”.
E mentre il Commissario generale Géza Szocs ha illustrato l’albero della vita stilizzato su pareti che ricordano antichi tamburi sciamanici e la scelta dei designer Mihály Munkácsi e Sándor Sárkány di mettere in giardino 33 piante officinali, 33 alberi e 33 tipi di verdure, i musicisti Gergely Bogányi e Tamás Érdi hanno suonato un pianoforte a coda unico per la sua forma allungata. Solo l’inizio di un programma per le prossime settimane di musica popolare, spettacoli di balli, mercatini, laboratori artigianali e una mostra fotografica.
05062015
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