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Busto Arsizio, la sopravvivenza è un gioco di squadra

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BUSTO ARSIZIO – La sopravvivenza è un gioco di squadra.

Il fatto

Alle 11.53 del 6 settembre 2019 un mezzo sanitario avanzato con infermiere del 118 viene inviato in codice rosso per soccorrere una persona colta da malore al suo domicilio, a Sesto Calende.

Giunta sul posto l’infermiera trova il signor Roberto Porta Maffe’, 73 anni, in garage e sdraiato sul pavimento, mentre la moglie gli praticava il massaggio cardiaco supportata telefonicamente da un infermiere della Soreu dei Laghi (il riferimento dell’emergenza urgenza per i territori di Como, Varese, Lecco e l’area del Legnanese). L’infermiera e il suo autista soccorritore si sostituiscono tempestivamente al prezioso aiuto iniziato dalla moglie. Continuano il massaggio cardiaco, iniziano la ventilazione artificiale e utilizzano il defibrillatore (9 scariche). L’infermiera somministra farmaci per via endovenosa seguendo l’algoritmo assistenziale infermieristico, in contatto telefonico con il medico della Soreu. Grazie anche all’aiuto di tre figure di soccorritori del Corpo volontari dell’ambulanza di Angera, giunti sul posto in tempi strettissimi, dopo 50 minuti circa il cuore dell’uomo ha ripreso una valida attività. Il medico del mezzo avanzato di Gallarate lo ha quindi accompagnato, in codice rosso, all’Ospedale cittadino. Qui il paziente veniva ricoverato in Rianimazione; veniva quindi eseguita una coronarografia urgente che documentava una stenosi di ramo diagonale (vaso di piccolo calibro e non responsabile dell’evento acuto), con indicazione a terapia medica e senza necessità di interventi di rivascolarizzazione. All’ecocardiogramma era invece presente una importante disfunzione ventricolare sinistra: pertanto veniva posta la diagnosi di cardiomiopatia dilatativa. Dopo il pieno recupero neurologico, il paziente veniva trasferito in Unità coronarica e successivamente in Cardiologia, dove veniva impiantato un defibrillatore biventricolare in grado di sopprimere eventuali tachicardie ventricolari maligne e di resincronizzare l’attività elettrica cardiaca. In quattordicesima giornata dal ricovero il paziente veniva dimesso a domicilio, con un programma di follow-up cardiologico ambulatoriale.

La catena del soccorso

Wanda Benedetti, moglie di Roberto Porta Maffe’

Angela Cirigliano, infermiera del 118 Varese

Dottor Ivan Caico, direttore dell’unità operativa di Cardiologia dell’Ospedale di Gallarate

Dottor Giovanni Cianci, cardiologo Ospedale di Gallarate

Dottoressa Stefania Falcone, cardiologo Ospedale di Gallarate

Dottoressa Daniela Orsida, cardiologo Ospedale di Gallarate

Il ragionamento

La prima considerazione è del dottor Guido Garzena, Responsabile AAT 118 Varese e Alto Milanese, area di Legnano, nonché Responsabile Cur Nue 112 Varese: “Non è ormai così raro che il paziente vittima di un arresto cardiocircolatorio ritorni alla sua vita normale, ma ritengo sia corretto, di fronte a storie come questa, riflettere su quanto la cultura dell’emergenza e tutta la catena del soccorso (a partire dal territorio sino a giungere agli Ospedali) grazie agli sforzi congiunti, sia un bene imprescindibile. Voglio citare il lavoro che insieme a tutte le Cardiologie della provincia e della Regione stiamo sviluppando per l’istituzione del “Registro arresto cardiocircolatorio, Lombardia CARE”: un lavoro importante che dimostra come siamo vicini all’8% di pazienti “ripresi” dopo un arresto cardiocircolatorio. Più volte ho stressato il concetto “insieme”: e non a caso. È una vittoria di tutti e soprattutto del paziente, che grazie alla condivisione di un progetto è tornato tra i propri affetti”.

Il Direttore sanitario dell’ASST Valle Olona, dottoressa Paola Giuliani, dà forza al concetto espresso dal collega: “Resuscitation”, così si traduce il termine di rianimazione in inglese. Evoca a noi italiani fenomeni di altissimo valore morale e spirituale. Questa storia straordinaria vede come protagonisti il paziente che non ha “mollato”, la moglie che ha avuto la presenza di spirito di provvedere nell’attesa dei soccorsi, l’infermiere e i medici di Areu e di Asst Valle Olona e i soccorritori volontari che, in tempi successivi, hanno realizzato una catena di azioni sincronizzate ed efficaci che hanno portato a questo successo. Questo avvenimento testimonia il valore dell’altissima qualità delle competenze e dei professionisti sanitari che operano nel Servizio Sanitario Regionale organizzato attraverso una rete di attori che cooperano secondo tempi e procedure standardizzate. È una bellissima storia per questo periodo di feste: con fiducia Buon Natale a tutti!”.

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