di EZIO MOTTERLE
Non che il virus potesse fermarsi alle soglie delle Prealpi, fatto sta che i numeri allarmanti della pandemia hanno dato visibilità in questi giorni alla città giardino (o comunque alla provincia dei laghi) per un bilancio assai poco invidiabile legato all’emergenza sanitaria. Un’esplosione di contagi da covid che in questa seconda ondata – la prima era stata tutto sommato assai tenue – ha raggiunto livelli ahimé elevati, con relative conseguenze anzitutto sul sistema ospedaliero. Varese dunque non più sotto i riflettori per il benessere da alto reddito pro capite, la posizione strategica di crocevia d’Europa o il ruolo istituzionale di fucina della nuova politica: ma per le migliaia e migliaia di contagiati che hanno fatto notizia anche sui media nazionali. Va detto che il territorio non ha certo abbandonato, nel frattempo, l’impegno quotidiano sul fronte della crescita produttiva, delle nuove infrastrutture o della difesa ambientale: ma il quadro, che mantiene dunque una forte dinamicità, è ora come offuscato – si spera per il minor tempo possibile – dalla forte e persistente diffusione del virus, segnata da malati e vittime. Numeri elevati che pesano e lasciano frastornati, mentre città e paesi si spengono quasi, sotto l’incalzare dell’epidemia, sancito dal peso innegabile di una “zona rossa” che assume tonalità sempre più cupe. Qua e là già si pensa alle luminarie di Natale, che si teme non possano andare molto oltre qualche luce accesa nei centri storici svuotati dall’esigenza di evitare ogni rischio di assembramenti, senza contare le previsioni ormai ripetute di una festa decisamente ridimensionata. Si osserva con allarmato stupore la diffusione della pandemia in provincia, concentrata nelle maggiori città ma ormai diffusa per diverse ragioni anche in molti centri minori. Chi appena può resta a casa, uscite minime per fare la spesa o acquistare medicinali, poca gente in giro e tante saracinesche abbassate, impegni e desideri azzerati o quasi. Muoversi d’altra parte pare ormai una chimera, non solo per viaggiare più o meno lontano ma persino per spostarsi fuori quartiere. Riposti dunque i bagagli in inutile attesa, nella speranza di poterli utilizzare in estate. Che sia almeno la prossima, però…