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Umanesimo managerale per cambiare il volto della Pubblica amministrazione

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VARESE – Cambiare il volto della Pubblica Amministrazione è un obiettivo ambizioso: l’Università degli Studi dell’Insubria ci prova lanciando un progetto destinato a mutare l’immagine dell’amministrazione dell’Ateneo dal suo interno suscettibile di essere esportato in realtà gestionali pubbliche e private:l’”Umanesimo manageriale”.

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Che cos’è l’Umanesimo manageriale?
«Con questa formula – spiega Grazia Mannozzi, professore di Diritto penale dell’Università degli Studi dell’Insubria – si intende uno stile di gestione del management e dell’organizzazione del lavoro volto a porre al centro la persona, il suo valore unico e irripetibile prima ancora che le sue competenze, il ruolo istituzionale rivestito, il suo essere risorsa professionale».

L’Umanesimo manageriale «recupera il profilo alto della persona, della sua formazione, l’importanza del tessuto relazionale tra colleghi indipendentemente dagli incarichi e dalle gerarchie funzionali» – continua Grazia Mannozzi – «Riconoscere anzitutto gli altri come persone vuol dire che, a partire da questo riconoscimento, si può lavorare meglio sulla individuazione degli obiettivi lavorativi comuni e dei metodi ottimali per raggiungerli, ci si può sentire un vero team con un ritorno positivo non solo in termini del qualità di vita ma soprattutto di efficienza e produttività complessive».

Nel quadro delle attività promosse dal progetto – oltre al concerto svoltosi oggi nella Basilica di Sant’Abbondio a Como, dal titolo “Parentesi barocca: musiche per soprano solo e organo” con Mariateresa Balsemin, manager didattico per la qualità del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dell’Università degli Studi dell’Insubria, su arie di Bach e di Mozart – seguiranno prossimamente altre iniziative: nell’aprile 2015 Catia Imperatori (Ufficio Sistemi informativi direzionali) e Roberta Meroni (Segreteria del Rettore e del Pro Rettore vicario) terranno un seminario su “I segreti della cucina: dessert su misura per le occasioni importanti”; nel maggio 2015, Luca Gallo (capo Ufficio Relazioni internazionali) metterà in mostra la sua collezione di lame giapponesi; a giugno, Isabella Bechini (capo Ufficio Segreterie Studenti) parlerà di “La donna nel Medioevo”; infine, a luglio, Giovanni Barbieri (capo Ufficio Contabilità) mostrerà le sue “Foto d’autore: viaggi e sport, assieme ad altre suggestioni di viaggio curate da Simona Centore (capo Ufficio Formazione e sviluppo)”. La progettazione e la realizzazione del progetto di Umanesimo Manageriale, coordinato da Grazia Mannozzi e dal direttore generale dell’Università degli Studi dell’Insubria, Gianni Penzo Doria, sono stati resi possibili grazie alla collaborazione con il Centro studi sulla giustizia riparativa dell’Università degli Studi dell’Insubria (CeSGReM) e con un team di autorevoli studiosi: un teorico delle organizzazioni, Alfredo Biffi, professore di Organizzazione Aziendale; un esperto di mediazione penale, Giovanni Angelo Lodigiani, docente di Giustizia riparativa e Mediazione penale; uno psichiatra, Simone Vender, direttore della Scuola di Medicina del nostro Ateneo.

«L’Umanesimo manageriale si fonda sulla cultura della giustizia riparativa, un modello di fare giustizia che si avvale di modalità dialogico-riparative di gestione e prevenzione dei conflitti e che, dopo aver dato ottima prova di sé nell’ambito dei conflitti aventi rilevanza penale, comincia ad essere impiegato in contesti diversi: dalle scuole (per gestire e prevenire il bullismo), ai contesti lavorativi (anche per affrontare e prevenire il mobbing), ai conflitti inter-etnici i inter-religiosi» aggiunge il professor Lodigiani.«Con l’Umanesimo manageriale si realizza il pensiero laterale, la consapevolezza della diversità di interessi, conoscenze, logiche di azioni; in una parola, si creano le possibilità di integrare e integrarsi nel lavoro attraverso le diversità dell’extra lavoro» aggiunge il professor Biffi.«L’Umanesimo manageriale interviene anche in situazioni di disagio del personale, quando è bene focalizzare l’attenzione non tanto sull’individuo quanto piuttosto sul clima dell’ambiente lavorativo e sulla qualità dell’organizzazione. Spesso il sintomo personale può fare da cartina di tornasole del “cattivo morale della truppa», aggiunge il professor Vender.

Per tutto il 2015 l’Università degli Studi dell’Insubria applicherà metodi e tecniche dell’Umanesimo manageriale e della Giustizia riparativa, attraverso incontri in cui sarà possibile apprendere le tecniche del dialogo riparativo, leggere poesie, ascoltare canto lirico, parlare di gastronomia o di lavorazione orafe, a partire dalla valorizzazione del talento di ciascuno, indipendentemente dai ruoli burocratici. Per informazioni: www.uninsubria.it/umanesimo.

02032015

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