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Sicario – la recensione

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Kate (Emily Blunt) è un agente dell’FBI della squadra antisequestri che si imbatte in una delle “case della morte” di un cartello di droga messicano. Un consulente governativo di nome Matt (Josh Brolin), le propone di far parte di un’operazione congiunta volta a colpire la rete criminale nei suoi centri nevralgici, economici e logistici, con l’aiuto del misterioso facilitatore Alejandro (Benicio del Toro). Scioccata dal livello di violenza raggiunto anche a Phoenix dalla guerra tra cartelli, Kate accetta l’offerta e si ritrova in una macchinazione governativa di ferocia non inferiore a quella dei criminali che combatte.

Denis Villeneuve ha raccontato di aver interagito con produttori disposti a raddoppiare il budget del suo nuovo thriller basato sulla conoscenza diretta dei territori di confine di Taylor Sheridan, a patto che l’agente governativo protagonista fosse interpretato da un uomo. Non ha ceduto e ha avuto ragione, garantendosi una performance formidabile di Emily Blunt, una delle più memorabili dell’anno. Il budget ha comunque permesso di mettere insieme una squadra fantastica, che confeziona un thriller di presupposti quasi commerciali ma impreziosito dalla fantastica fotografia di Roger Deakins e dalle musiche calibrate di Johann Johannson. Una confenzione sublime per uno spaccato preoccupante dell’escalation nella guerra ai cartelli, che rischia di far passare in secondo piano il grande ritorno a un ruolo degno del suo profilo di Benicio del Toro.

Sicario sarà nelle sale italiane da 24 settembre

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