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Filiere e valore del cibo: sistema strategico di sviluppo per Varese, Como e Lecco

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VARESE – Il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia con la filiera agroalimentare estesa, dai campi agli scaffali e alla ristorazione, che ha raggiunto, a livello nazionale, una cifra di 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil, e che sostiene, anche in provincia di Varese, uno sviluppo economico su fronti molteplici, non ultimi quello della vendita diretta che, negli ultimi anni, ha visto crescere il numero dei Mercati Agricoli del comprensorio prealpino. E’ quanto afferma l’organizzazione agricola provinciale, su dati Istat, a fronte dell’indagine su “Il valore del cibo in Italia”, condotta da Coldiretti su dati Istat, dalla quale emerge che il cibo Made in Italy rappresenta una leva strategica per la sviluppo del Paese, che cresce più e meglio degli altri, e che in poco tempo è stato capace di diventare un traino per l’intera economia nei confini nazionali e all’estero, oltre ad essere di fondamentale importanza per l’ambiente e la salute degli italiani.

“Molti i cibi made in Italy ottenuti anche con i prodotti del nostro territorio, come il latte utilizzato per Grana Padano, Gorgonzola e altri formaggi dop di vertice. Questi prodotti sono diventati nel mondo sinonimo di eccellenza e italianità” commenta Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese.
“Non solo: i prodotti del comprensorio prealpino sono alla base di una “cucina di memoria” che, sul territorio rappresentano un’importante attrazione per i molti turisti che raggiungono i nostri laghi e gli altri luoghi di villeggiatura, dove hanno modo di assaggiare i piatti tipici e portare un sé a fine vacanza souvenir enogastronomici locali. L’enogastronomia, inoltre, per il territorio prealpino, rappresenta un grande patrimonio per l’ambiente: il paesaggio è, infatti, caratterizzato dalle produzioni agricole presenti in ambiti diversi: la pianura, gli ambienti collinari e l’agricoltura in quota”.
I primati del made in Varese a tavola, apprezzati sia a livello nazionale sia all’estero, sono – conclude Fiori – “un importante riconoscimento del ruolo del settore agricolo per la crescita sostenibile del nostro comprensorio: prodotti come il miele, i formaggi, il vino, la carne e l’ortofrutta ottenute grazie alle numerose biodiversità presenti, sono eccellenze che devono essere salvaguardate per sostenere un settore chiave per la sicurezza alimentare, in un momento in cui il cibo è tornato strategico anche nelle relazioni internazionali. E a ciò si aggiunga la strategicità del nostro comparto florovivaistico. E’ quindi importante, in primis, difendere il territorio e assicurare l’operatività delle imprese: lotta alla burocrazia, difesa e prevenzione del dissesto idrogeologico e contrasto alle invasioni della fauna selvatica sono tra i capisaldi più urgenti da affrontare, con pianificazioni e progetti risolutivi”.

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